Dove tutto scorre - Filippo Bulla

Consapevole della difficoltà nell'affrontare questi spot, vi illustrerò qualche piccolo trucco per riuscire al meglio nelle vostre sessioni.

Un sasso tra i sassi

Gli assidui frequentatori di fiumi si trovano spesso dinanzi a distese di grossi massi senza riuscire a trovare la benchè minima area libera per potervi calare gli inneschi. Questi grossi massi sono calamite per carpe, vista l’abbondanza di alimento, crostacei e molluschi per lo più, concentratosi tra i loro anfratti. In queste situazioni è sconsigliato l’uso del classico piombo, che viste le sue dimensioni ridotte cadrebbe tra gli anfratti portando con sè il nostro innesco, è quindi opportuno sostituirlo con un sasso che ridurrà nettamente il problema.

 Leadcore una soluzione innovativa

L’utilizzo del leadcore piombato in acqua corrente è inutile. La tensione delle lenze casuata dalla forza della corrente rende impossibile garantirne la completa aderenza al fondale. Korda ha sviluppato per questo motivo un semplice filo intrecciato senza anima di piombo al suo interno, il Durakord, rivoluzionando così la pesca in fiume o in qualsiasi altro spot estremo. Senza l’anima piombata, che tenderebbe le fibre intrecciate del leader, la resistenza all’abrasione e la durevolezza aumentano notevolmente. 

L’amo perfetto

L’amo che utilizzo di più è senza ombra di dubbio il Wide Gape XX n.4. La serie di ami, Widegape XX, Kurvshank XX e il nuovissimo Krank X sono ami proggettati appositamente per la pesca estrema nei grandi laghi e fiumi, ambienti che presentano la necessità di forzare notevolmente il pesce per portarlo a guadino. L’utilizzo di grossi piombi abbinati a questi ami è una via obbligata per garantirne un ottimale penetrazione nell’apparato boccale del pesce.

A tutta treccia!

Parecchi i pareri discordanti tra gli amanti del nylon e della treccia ma posso affermare che quest’ultima vinca nei confronti del nylon. Un solo ed unico difetto della treccia è il bassissimo grado di elasticità che può compromettere la tenuta dell’amo penetrato nelle labbra della carpa. I pregi? In primis la treccia, a differenza del nylon, taglia come un coltello! Inoltre i detriti depositati sul filo o le alghe che salgono dal fondo possono intralciare la nostra azione di recupero, ma se dotati della treccia “Apex” in bobina il problema sarà notevolmente ridotto. Come ultimo, ma non meno importante, vi è la durevolezza nel tempo, nettamente superiore rispetto al nylon. 

 Terminali rivestiti

Visti gli ostacoli, l’esagerata trazione dei pesci e la forza della corrente, gli ultimi centimetri di lenza devono avere elevata resistenza ad ogni tipo di stress provocato da sassi, alghe, rami o quant’ altro. Sicuramente la scelta del terminale cadrà sul nuovo ed estremo prodotto di casa Korda: il “Kamo”. Un trecciato morbidissimo prodotto in libraggi estremi (50, 65 e 80 lb) per potere salpare sempre e comunque in sicurezza terminale e pesce. Facilissimo da lavorare, nonostante l’elevato libraggio presenta una morbidezza tale da ingannare anche le carpe più smaliziate, aumentandone al massimo l’efficacia. 

 Shock leader: “mon amour”

Treccia o no, sicuramente non calo mai le canne senza qualche metro di shock leader di generoso diametro. La mia scelta si indirizza il più delle volte verso lo “XT Snag Leader - 0.65”. Un nylon molto morbido, dall’incredibile tenuta all’abrasione, e senza la minima memoria di forma. Indipendentemente dagli spot e dalle aree di pesca l’utilizzo dello shock leader è sempre consigliato, perché non è possibile conoscere perfettamente il fondale, e non si può rischiare di perdere gli ultimi metri di lenza a causa di un piccolo sasso, ramo o ostacolo. Altro elemento da non sottovalutare è il nodo di giunzione, quest’ultimo fa sì che i detriti raccolti dalla lenza a causa della corrente non scorrano verso il terminale, ostacolando altrimenti la nostra azione di pesca.