Allacciate le cinture: destinazione Marocco! 🇲🇦 Nicolò Aguggiaro

È aprile 2017, quando dopo una partita di calcetto tra amici iniziamo a fantasticare su una nuova avventura di pesca da affrontare, in testa ci sono varie idee, ma tra tutte ne spicca una: Marocco!

Nemmeno il tempo di pensarlo che la settimana dopo già avevamo prenotato, si iniziavano a contare i giorni, si acquistano i biglietti aerei e con la mente si è già là!

Già un paio di mesi prima si iniziano ad imbobinare i mulinelli, e a pensare cosa mettere in valigia!

Arriva il fatidico giorno, il 20 aprile, il volo parte da Bologna! Atterriamo a Casablanca alle ore 23, in aeroporto ad attenderci il ragazzo che ci avrebbe portato in hotel. Circa tre ore di auto e arriviamo al lago quando sono circa le 2 di notte. Ci viene assegnata le nostra camera per la notte, dove cercheremo di dormire fino al mattino seguente.

La sveglia suona, ma in realtà non si aveva mai chiuso occhio...Ci svegliamo e andiamo a fare colazione dove poco dopo arrivano le “guide” che ci illustrano tutto il piano della giornata.

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Circa un’ora dopo la colazione, ci ritroviamo in mezzo al lago con un barcone. L’obbiettivo era quello di girare il lago per decidere dove sistemarsi per la settimana di pesca che ci stava aspettando. Ma il forte vento la fa da padrone, alzando onde altissime che ci costringono a tornare al “Base Camp”! Torniamo tutti bagnati e pieni di freddo, c’erano 12 gradi e il vento non smetteva mai di soffiare!

Torniamo in hotel e le guide “armate” di cartina geografica ci mostrano le postazioni disponibili per la settimana. Adocchiammo subito “French Bay”, una delle zone meno profonde del lago, e fatalità c’erano alcune postazioni libere! Visto che eravamo prossimi alla frega pensiamo bene di metterci all’interno di un  ansa, sperando che qualche branco di carpe potesse nascondersi lì dentro.

Dopo qualche ora di attesa inizia il nostro viaggio dall’hotel verso French Bay, arrivati di notte non avevamo potuto ammirare lo spettacolo che avevamo davanti ai nostri occhi! Non vedevamo l’ora di iniziare a pescare!!!

Arriviamo nella postazione scelta, indossiamo i giubbottini salvagente e saltiamo subito in gommone alle ricerca di qualche spot interessante dove calare i nostri inneschi.

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Non troviamo nulla di interessante al centro dell’ansa quindi decidiamo di concentrarci sul sottoriva e sulla riva opposta dove grossi massi e scalini molto accentuati disegnano il fondale! A pochi metri da riva troviamo già 5-6 metri di profondità, ed è proprio qui che veniamo incuriositi da qualche spot! Appena rientrati in postazione si alza un vento molto forte che non ci permette più di uscire in gommone, quindi il posizionamento degli inneschi lo rimandiamo al giorno seguente! Svegli all’alba e subito operativi siamo pronti al nostro primo giorno di pesca, caliamo le canne con un’attenzione maniacale.

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TECNICA

I terminali sono molto robusti, creati con Kurv Shank XX n4, Krank X n2 e Kontinental n4, Dark matter 30lb e Kamo 50lb. Materiali la cui affidabilità non è messa in discussione. Hybrid Lead Clip obbligatorie in quanto usiamo dei sassi al posto del piombo, agganciati alla clip tramite un piccolo pezzo di camera d’aria! Circa 20 metri di leader composto dall’XT Snag Leader da 60lb, mentre per la lenza madre ci siamo affidati all’insuperabile Touchdown 0.40 mm.

Come inneschi variamo un pò, 2 canne calate con Fake Corn bilanciati, e le altre canne con delle bilanciate.

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Dopo qualche ora parte la canna calata sulla riva opposta, da lì a qualche minuto portiamo a guadino la prima carpa della sessione, ingannata da 3 chicchi di mais bilanciati. Forse la più piccola della sessione, ma per iniziare andava benissimo così, era importante sapere che stavamo pescando nel posto giusto. Foto di rito e via di nuovo libera nell’acqua rossa che colora il sottoriva.

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Ricaliamo la canna e dopo circa un’ora il Delkim inizia ad urlare ancora...le avevamo trovate! Usciamo in gommone per recuperare volendo evitare ogni singolo inconveniente! Una volta avvicinati, ci accorgiamo della bellezza della carpa che avevamo davanti, una piccola ma bellissima fully scalled.

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Davvero non si voleva arrendere, ma dopo qualche minuto entra nel retino e scoppia un urlo di gioia incredibile. Eravamo felicissimi, avevamo già preso 2 carpe nel giro di 4 ore e il lavoro di squadra stava funzionando alla grande!

La sessione nei giorni seguenti procede piuttosto bene, apparte il continuo passaggio di detriti legnosi scaricati nel lago da parte dei fiumi e trascinati dal vento che non ci permettevano di pescare come volevamo, per qualche ora quasi ogni giorno dovevamo addirittura recuperare le canne ed aspettare che i detriti venissero rispostati dal vento, questa volta però a nostro favore!

I giorni passano e pensiamo di provare ad aumentare la taglia delle nostre catture, abbandoniamo il mais, inneschiamo boilies bilanciate su tutte le canne pasturando solamente una decina di boilies attorno all’innesco!

La nostra tattica cominciò a dare i suoi frutti, e il mercoledì è stato per noi il giorno decisivo con ben 12 partenze e 10 carpe portare a guadino!

La taglia era decisamente più alta, tra cui spiccano una regina da 18 kg è una specchi da 17 kg, entrambe ingannate con delle bilanciate da 18 mm.

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Lo scenario che il lago ci mostrava ogni giorno, ogni alba, ogni tramonto era un vero e proprio capolavoro e ogni foto scattata con la nostra reflex sembrava una cartolina...Inutile dire che la settimana di pesca è volata.

Sicuramente un’esperienza da provare, non capita certo tutti i giorni di prendere un aereo per andare a pesca!

Nicolò Aguggiaro & Antonio Pettenuzzo

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