Gennaio, perché no? Crazy4Carps

Come ogni anno, le nostre vacanze - o meglio il tempo che dedichiamo a pieno alla nostra passione - coincidono con la chiusura, a gennaio, dei ristoranti dove lavoriamo. Negli ultimi anni ci siamo messi alla prova, scegliendo come destinazioni alcuni grandi laghi del nord Italia. Dopo un paio di inverni trascorsi a Pusiano - ne approfittiamo per salutare gli amici Gigi, Pino, Andrea e Michele! - e sul Maggiore, ci sentivamo pronti per osare un po’ di più!

L’idea di un vero e proprio viaggio, quello dove si macinano chilometri, ci stuzzicava da tempo, ma, quest’anno in particolare, un fattore determinante fu il clima: durante gli ultimi inverni trascorsi a pesca, avevamo resistito a un’incredibile temperatura di -15° a Pusiano e intere settimane di pioggia e nebbia sul Maggiore. Così, eravamo determinati a cercare una destinazione dove il clima fosse il più possibile mite: la “lontana” Spagna attirò subito la nostra attenzione. Grazie a Valentina, sorella di Elena che vive a Madrid, siamo riusciti a realizzare il nostro sogno e procurarci i permessi di pesca necessari, altrimenti difficili da ottenere!

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PIANIFICAZIONE

Crediamo molto in questa parola. I nostri viaggi sono il più possibile pianificati e, a casa, ogni momento libero viene investito nella ricerca di tutte le informazioni necessarie. Video, foto, cartine, articoli, niente viene trascurato. La tecnologia moderna ci permette di visualizzare il percorso e pianificarne le tappe. Sì, le tappe! Si tratta di circa 2500 km di strada e se si desidera arrivare alla meta bisogna anche dormire. Il lago è un grande bacino di circa 5000 ettari e per ricercare con successo le carpe sono previsti innumerevoli spostamenti - o meglio trasbordi, vista la quasi totale inesistenza di strade dirette. Quindi, è fondamentale avere tutte le energie possibili e organizzare gli spostamenti in anticipo. Inoltre, nonostante si tratti di un mese di pesca in pieno inverno, per essere leggeri siamo obbligati a stringere la cinghia sul materiale e portarci il minimo indispensabile. Ecco perché dopo innumerevoli rinunce siamo partiti con trecento chili (ovviamente gommone, barca e motori annessi!). Spostare “poco" peso ogni 3/5 giorni, ci poteva dare sicurezza di riuscire nel nostro intento senza impazzire. E, infatti, la leggerezza è stata sin da subito il nostro cavallo di battaglia, senza mai tralasciare sicurezza e confort: ottimi giubbetti salvagente e indumenti tecnici dal basso peso e resa termica alta possono veramente fare la differenza quando ci si confronta con certi ambienti, dove vento e onde fanno da padroni e rappresentano i momenti migliori per la pesca. Non si scherza! Insomma, pianificare aiuta, nei limiti del possibile, a prevedere spiacevoli incidenti di percorso, che possono togliere del tempo prezioso da dedicare alla pesca.

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Buenos dias!

IN VIAGGIO


L’idea di affrontare un lungo viaggio può spaventare e scoraggiare, ma se si ha del tempo a disposizione può regalare davvero tante emozioni. Proprio per questo abbiamo deciso di sfruttare a nostro favore i chilometri che ci separavano dalla nostra destinazione. Come!? Semplicemente approfittandone per fare dei sopralluoghi in tutti i bacini sconosciuti situati lungo il percorso, che potevano rivelarsi interessanti per future avventure di pesca. Il nostro viaggio è durato quattro giorni, ce ne sarebbero voluti anche due, ma dormire in riva a tre differenti laghi non ha prezzo; e poi del resto quale posto migliore per piantare la tenda e riposarsi un po'? Tutto questo senza tener conto delle informazioni che se ne possono trarre! In riva ai laghi capita spesso di incontrare i pescatori del luogo e fermarsi a fare quattro chiacchiere con loro, riuscendo a carpire molte informazioni utili: permessi di pesca, regolamenti, periodi favorevoli e non, un’idea del fondale e centinaia di altri piccoli particolari; del resto, come dicono gli amici francesi, “la peche c’est partage”. I nostri chilometri si sono così trasformati in un contorno che ha continuato a dipingere le nostre giornate.

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IN PESCA

Cercare le carpe… sì, ma dove e come!? In quetso caso la conformazione del paesaggio giocava a nostro favore. Il lago infatti presenta un’infinità di piccole baie separate da ripide collinette, facilmente esplorabili a piedi e, grazie alla loro altezza, utili come punti d’osservazione. Cosa chiedere di meglio!? Ogni mattina ci svegliavamo presto per goderci a turno una bella passeggiata alla ricerca di segnali nelle baie circostanti. Alcune volte percorrevamo fino a 4 km (o più!), immersi in una natura ricca di sfumature e giochi di luce. Uno scenario perfetto anche per alcuni incredibili scatti fotografici.

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Uno scenario perfetto per un incredibile scatto.

Abbiamo visitato subito un paio di baie, dove si intravedevano alcuni salti interessanti, anche se entrambe si sono poi rivelate non redditizie. Il forte vento, rallentava la nostra possibilità di spostamento, costringendoci a rimanere troppo tempo in spot non funzionali. 

Per questo, abbiamo deciso di attraversare il lago per raggiungere un buon punto, con due piccoli isolotti a meno di 200 metri da riva. Il forte vento annunciato batteva proprio in quella direzione. 

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Cercarle...l'unica vera arma a nostra disposizione!

Sembrava tutto perfetto, e invece ancora no, ancora niente. Il morale stava iniziando a scendere, ma decidemmo di non mollare e continuare a cercare senza sosta. Le settimane passavano veloci e optammo per una pausa di un paio di giorni. Una buona doccia calda, un letto e, perché no, il tepore di un caminetto, ci avrebbero ridato la giusta motivazione. Ne approfittammo anche per fare un po' di provviste e soprattutto spostarci di svariati chilometri per raggiungere un altro settore. Visitammo un punto interessante che avevamo visto grazie alle mappe satellitari e anche qui non catturammo nulla. Eppure proprio questo spot ha decretato la svolta della nostra avventura: appena due chilometri più in su iniziammo a tenere d’occhio una piccola baia quasi chiusa, con acqua poco profonda e dove l’attività cresceva di giorno in giorno. Ci siamo avvicinati e, finalmente, abbiamo cominciato a catturare carpe. La taglia era molto bassa, ma comunque iniziare a pescare qualcosa è servito a ridarci un po' di entusiasmo.

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“Si tu lestrouves, tu les attrapes”
Nel loro elemento...

Abbiamo continuato così per svariati giorni, convinti che in mezzo a quella grande quantità di piccole carpe si nascondesse anche il pesce che nuotava ormai da giorni nei nostri pensieri. Continuammo a catturare senza riuscire più di tanto ad alzare l’asticella e allora decidemmo di spostarci in un altro punto, cogliendo l’occasione per incontrarci con il nostro amico Alex e pescare insieme durante i nostri ultimi giorni. Lui era appena arrivato in una grande baia con molteplici opzioni di pesca e che sembrava proprio fare al caso nostro. Dopo un lungo trasbordo Alex ci ha accolto a braccia aperte e con un bel piatto di pasta. Il resto!? 

Il resto è pura MAGIA!! Abbiamo cominciato a catturare su tutte le postazioni, il pesce sembrava rispondere bene alla nostra pasturazione, cosa che fino a quel momento si era rivelata molto difficile, anche solo su una manciata di tiger. Elena è riuscita a catturare il primo bel pesce senza nemmeno scendere dalla barca. L’abbiamo subito soprannominato “il pesce da un minuto”, in pieno tramonto…e che tramonto! Probabilmente ci era già capitato altre volte, ma quel momento particolare è rimasto scolpito negli occhi. Non abbiamo ancora bene capito perché, forse la lunga attesa ci aveva reso molto euforici o semplicemente perché è avvenuto tutto così rapidamente e ci stavamo divertendo moltissimo… insomma, che momento INCREDIBILE. 

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"Il pesce da un minuto".

Dopo tre settimane senza udire alcun bipp, gli ultimi giorni abbiamo catturato fino a quattro carpe al giorno. “Si tu lestrouves, tu les attrapes”, se le trovi, poi le acchiappi! Per rendere veramente indimenticabile questa avventura avremmo dovuto avere un po' più di potenza, intesa in cavalli, per quello che riguarda il motore, e sicuramente non ci saremmo posti troppi limiti se anche lo spazio nel gommone fosse stato più generoso. Siamo ancora convinti che in questi periodi, soprattutto se la meta è un grande lago, la RICERCA sia l’unica vera e propria arma a disposizione per una buona riuscita. 

RIENTRO

Lungo il viaggio di ritorno ne abbiamo approfittato per visitare un altro lago, dove, ovviamente, abbiamo lanciato due canne (non si sa mai!) Le nostre considerazioni finali riguardano diversi aspetti. Il primo in assoluto: mai fidarsi troppo delle previsioni meteo. Abbiamo tenuto sotto controllo le previsioni per diverse settimane e, al di fuori di un’ pò di pioggia qua e là, le condizioni sembravano paradisiache rispetto alle nostre. Sole e temperature intorno ai 10/12° e 4/6° C della notte. Eppure, appena arrivati, sono bastati solo pochi giorni per capire che non sarebbe stato proprio così: una gelida nebbia avvolgeva qualsiasi cosa fin verso mezzogiorno, lasciando spazio a un po' di sole nel breve pomeriggio. Per non parlare del VENTO!! Un altro aspetto riguarda la gestione dell’energia, dal momento che il nostro amico pannello solare, per ovvie ragioni, non ci è stato di troppo aiuto. L’attrezzatura elettronica deve essere utilizzata al meglio, facendo una maniacale attenzione agli sprechi. Vi possiamo assicurare che senza luna e con la nebbia, i grandi laghi, soprattutto se lontani da importati centri abitati, possono diventare delle vere e proprie grotte dove anche innescare una semplice boiles senza luce può diventare un problema. L’ecoscandaglio va usato prevalentemente nella prima fase di ricerca  per poi lasciare spazio alla semplice funzione GPS, meno dispendiosa, e altrettanto valida per calare i terminali una volta memorizzati gli hot spot. Ottima, invece, la scelta di ridimensionare al massimo il materiale, lasciandosi sempre una buona scorta di esche in macchina, pronte per ogni evenienza. Può sembrare impossibile ma nelle prime tre settimane, 10 kg di tiger e forse 5 kg di boiles sono bastati largamente, mentre nell’ultima abbiamo sfiorato i 45 kg di sole boiles!! Altro strumento utile e non troppo ingombrante è il depuratore di acqua. Nient’altro che un piccolo filtro, a pressione, con carboni e sali.

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Speriamo di esservi stati di aiuto con alcuni dei nostri consigli ma soprattutto di essere riusciti a farvi ardere la voglia di pescare, viaggiare, esplorare e vivere secondo le leggi di madre natura. Un grazie speciale alla grande famiglia Korda che ci sostiene e supporta in tutte le nostre avventure con i loro materiali di altissima qualità e, cosa per noi del tutto nuova, con la loro linea di abbigliamento veramente performante in resa di calore, comodità ma soprattutto in rapidità di asciugatura, fattore non trascurabile in questo periodo. 

Ancora grazie, 

Michele & Elena alias “Crazy4Carps”

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